Lui, di recente, è stato votato come il giocatore più odiato della Nfl. Cattivo, troppo cattivo, anche per la platea non certo tenera, della National football league. L’altro, è un quarterback che continua a non riscuotere grande attendibilità, nonostante uno score attuale di 5 a 1 e una bella prova proprio nella notte del nuovo caso. Parliamo di Ndamukomg Suh e di Jay Cutler.
Nel corso del Monday night tra Chicago Bears e Detroit Lions, Suh ha placcato il qb degli Orsi. Mandandolo ko. Cosa che non ha proprio lasciato tranquillo lo stesso difensore dei Leoni: Suh si è infatti accosciato vicino al quarterback rimasto a terra e, poi, ha provato a scambiare con lui un 5 mentre lo stesso giocatore lasciava dolorante il terreno di gioco.
Va detto che Cutler, coraggioso, ha stretto i denti ed è tornato in campo per chiudere il match a favore di Chicago. Ma il placcaggio è comunque diventato un caso.
Ad accendere la miccia delle polemiche il ricevitore dei Bears, Brandon Marshall. Via Twitter. Ha scritto direttamente al giocatore più odiato della lega: “Suh, quello che hai fatto a Jay non va affatto bene. I grandi giocatori non devono fare queste cose”.
Non contento, ci è tornato su con una telefonata al programma First Take di Espn. “Il colpo assestato a Jay è stato un colpo sporco. Sì, sporco. Puoi essere uno dei migliori difensori al mondo ma non puoi comportarti in questo modo. Guardate bene l’azione: andiamo…mica è lotta libera…Non si fa così. Non è pulito tutto questo”.
Suh, da parte sua, ha replicato: “E’ stata solo una azione di gioco. Non posso controllare secondo per secondo i miei impulsi da giocatore, specialmente se lanciato a quella velocità e in azioni così rapide. Ci sto comunque lavorando. Ma il mio obiettivo, nel mio ruolo, è quello di riuscire a fermare il qb, di colpirlo regolarmente e di essere pronto per la nuova giocata”.
Come molti di voi sanno, questa gestione della Nfl sta facendo molto per far rispettare le regole del gioco e bandire la violenza gratuita e illegale dai campi. Prova ne sia il contestato (dai Saints e dal sindacato giocatori) giudizio sul cosiddetto Bounty Program che sarebbe stato adottato da New Orleans e che ha colpito severamente gli ex campioni del mondo.
Tuttavia, sul contatto Cutler-Suh, la lega ha fatto sapere di aver visto e rivisto il placcaggio e di considerarlo nei termini del regolamento. Nessuna sanzione, dunque.
Sia Cutler (“Mi faceva male a destra, quando sono rientrato, ma dovevo tener duro per portare a casa il successo”), che il coaching staff di Chicago hanno evitato di colpevolizzare Suh, limitandosi ad affermazioni del tipo: “E’ stato un match duro”.
Tuttavia il caso c’è, e si riproporrà. E riguarda il limite di certe giocate: quando si oltrepassa e quando no.
Non proprio una questione da nulla, in ballo c’è il futuro prossimo della Nfl. Divisa tra la necessità di tutelare le sue stelle (nessuno fa i salti di gioia nel sapere che un Tom Brady o un Peyton Manning possano saltare una intera stagione per i colpi subiti) e quindi lo spettacolo, e la natura stessa del gioco che, prevede duri contatti fisici e che, soprattutto, deve fare i conti con atleti sempre più forti e rapidi che quindi, giocoforza, questi contatti portano al limite. Cosa e come fare? Dibattito aperto…
twitter: @jmarino63